Innamorarsi II puntata

Lo squilibrio affettivo in amore

C’è una situazione nella quale l’essere innamorati è un tormento invece che una gioia, in particolare per uno dei due partners, e di conseguenza, magari in misura minore, anche per l’altro.

Succede quando uno dei due non riesce ad interpretare come soddisfacenti i segnali affettivi che l’altro manda, in sostanza si sente amato meno di quanto ami, e da questa sensazione nascono pensieri e timori di essere abbandonati. 
Ai pensieri conseguono azioni, formulate o come richieste (in crescendo) di conferma e rassicurazione, o come rimproveri verso il partner che ama di meno, minacce di interrompere la relazione, litigi, crisi di rabbia o pianto.

A questi sfoghi segue talvolta un periodo di relativa pace, ma se i dubbi (o le ragioni reali) sul diverso investimento affettivo permangono, la pace è temporanea, e dopo poco ricominciano le richieste, i rimproveri e la sofferenza.

Ci si potrebbe chiedere come mai una relazione in cui si verificano difficoltà di questo genere non si interrompa; in effetti, alcune volte uno dei due trova la determinazione di concluderla, ma è frequente, vero o non vero che il coinvolgimento affettivo sia di intensità più alta per l’uno e più bassa per l’altro, che queste relazioni si trascinino, pur nel disagio che entrambi provano.
Sembrerebbe perciò che stare assieme, anche in questo modo spiacevole, possa riservare ai partners dei vantaggi tali da mantenere in essere la storia.

Da qualche parte ho letto una specie di proverbio che recita all’incirca “una donna non abbandona mai un uomo se non ha pronto il sostituto”; in un contesto marittimo, si potrebbe dire “non abbandonare la nave che affonda se non ne hai una che galleggia nelle vicinanze”; interessante come spunto di riflessione, ma perché non dovrebbe esser valido anche per un uomo?

Oltre a questo, possono emergere molti altri “vantaggi”, sia di ordine pratico (economico, logistico) che affettivo/sessuale (“ho bisogno fisico di un uomo/una donna”, “non mi ama, ma a letto è un fenomeno” – fenomeno maschio o femmina –) che legati alla speranza nel futuro (“prima o poi riuscirò a farmi amare come voglio io”, “si accorgerà che io sono il/la meglio che può trovare sul mercato”).

Insomma, attraverso questi artifici una storia che zoppica può andare avanti anche per anni, e magari si arriva ad un compromesso per cui, “non è il massimo, ma va bene così”, oppure alla fine s’interrompe, ma forse entrambi sono in condizioni più stabili per affrontare e superare la crisi emotiva di una relazione che si conclude.

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