Essere
innamorati è una condizione così esaltante e coinvolgente che richiede una
forte spesa di energie, e non ci riferiamo a quelle necessarie per un rapporto
sessuale reciprocamente soddisfacente; parliamo delle energie occorrenti a
mantenere alto il livello delle emozioni.
Perciò è molto improbabile che l’innamoramento riesca a protrarsi oltre un
certo periodo; non è possibile fare una statistica, ma ci sono persone che consumano le emozioni in una rapida fiammata, e
quindi dopo qualche giorno “si svegliano”, tra l’altro molto meravigliati,
dalla sbornia, ma sobri, ed altre in cui questa passione riesce a mantenersi
per mesi. ( i mesi possono diventare anni, ma andiamoci piano…).
In ogni caso, prima o poi si arriva alla data di
scadenza, e dopo questa fase l’innamoramento può evolvere in due modi:
1) la tempesta è passata, l’ex innamorato perde l’abbrivio, e non è più interessato; la relazione si interrompe, o, talvolta, c’è un gentlemen’s agreement che porta ad una più o meno blanda “amicizia”.
2)
Avviene una sorta di “cambiamento di stato” della relazione: da una tempesta
emotiva, durante la quale è quasi sempre impossibile distinguere il partner
fantasticato da quello reale, si passa ad un rapporto più maturo, basato su
aspetti concreti.
L’innamoramento si trasforma in amore, cioè in un forte legame affettivo per la
persona reale, con i suoi pregi e difetti, e comincia un processo di conoscenza
che virtualmente non termina neppure dopo decenni.
Quest’ultimo modello di amore riesce ad essere più stabile, anche perché la spesa energetica è minore; è come se la coppia, e il singolo, avessero raggiunto una sufficiente certezza della “conquista” dell’altro, e quindi possono da un lato sentirsi relativamente sereni ed appagati, e dall’altro avere le risorse per conoscersi ed esplorare sia le compatibilità, che le differenze, e mettere in atto un processo di mediazione appunto per esaltare le compatibilità, e ridurre l’impatto delle incompatibilità.